Prove INVALSI

Le prove INVALSI sono test standardizzati composti da quesiti a risposta chiusa o aperta, per la rilevazione e misurazione dei livelli di apprendimento in particolare in Italiano, Matematica e Inglese

Che cosa sono

Le prove INVALSI sono test composti da quesiti a risposta chiusa o a risposta aperta univoca che sono standardizzati. Sono cioè costruiti secondo procedure codificate e trasparenti, la cui correzione - e il conseguente punteggio da attribuire - è indipendente dal correttore. Queste caratteristiche rendono possibile la somministrazione delle prove ad un grande numero di soggetti ma, d’altro canto, permettono di misurare solo determinati aspetti dell’apprendimento. Tali aspetti sono individuati e spiegati nei Framework o Quadri di Riferimento (QdR). Le prove sono censuarie e riguardano discipline ritenute essenziali per la formazione e cioè l’Italiano, la Matematica e, dal 2018, per alcuni gradi scolastici, l’Inglese. Il compito di costruire, validare, somministrare e restituire i risultati delle prove è affidato all’INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione e Formazione).

Storia in breve

L’INVALSI è stato istituto nel 1999 come erede del precedente Centro Europeo dell’Educazione (CEDE). È un ente di ricerca con personalità giuridica di diritto pubblico ed è sotto la vigilanza del MIUR che, con direttive annuali o triennali, individua le priorità strategiche delle quali l'Istituto tiene conto per programmare la propria attività (l’ultima è la Direttiva n.11, 9 sett. 2014). Dal 2000 al 2004, mentre a livello internazionale continuavano le ricerche IEA e si promuovevano rilevazioni OCSE-PISA, a livello nazionale si è avviato il processo per la realizzazione di rilevazioni annuali sugli apprendimenti, inizialmente a livello campionario. Dal 2004 al 2007, sulla base delle esperienze internazionali, sono state somministrate prove spesso facoltative in alcuni livelli e discipline e si sono poste le basi per la costruzione di prove validate e riferite a specifici quadri di riferimento. Con la legge n. 147 del 2007 è stata introdotta una Prova Nazionale nell’Esame di Stato al termine del primo ciclo e, da quel momento, cioè dal 2008, sono stati ampliati i quadri di riferimento, aumentati e formati gli autori delle prove, ridefiniti i processi di costruzione dei test e della loro validazione. Le prove sono state inoltre somministrate in modo censuario. Con il D.L. 62/2017 le prove Invalsi sono indicate come attività ordinarie di istituto, il loro ruolo all’interno della valutazione degli alunni è stato ridefinito e la prova dell’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado non fa più parte dell’Esame di Stato.

Gli obiettivi delle prove e la restituzione dei risultati

Le prove INVALSI hanno lo scopo di realizzare verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti in alcune discipline e in taluni momenti del loro percorso scolastico, volte ad accertare i livelli generali e specifici di apprendimento in coerenza con le indicazioni nazionali per il curricolo. Gli scopi della rilevazione sono molteplici.

  • Rilevazione di sistema: ha l’obiettivo di dare un’immagine generale dei risultati di ogni disciplina a livello nazionale, di macroarea (Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud, Sud e Isole) e regionale per ogni livello e indirizzo testato. Sono riportate anche analisi sulle differenze di stato socio-economico-culturale (ESCS), genere, età, nazionalità ecc. Lo scopo è di valutare la qualità dell’istruzione per individuare strategie di miglioramento, rendere possibili confronti temporali, garantire trasparenza nel sistema formativo italiano basato sull’autonomia scolastica. Le prove sono inoltre importanti per confrontarsi con i test internazionali. I dati della rilevazione di sistema sono presentati ogni anno a luglio tramite un “Rapporto nazionale” che si riferisce al campione di scuole in cui la regolarità della somministrazione è stata garantita dalla presenza di osservatori selezionati attraverso un bando.
  • Utilizzo didattico: dal settembre successivo alla somministrazione primaverile, ogni scuola riceve per ogni disciplina i risultati del singolo istituto, di ogni classe e livello con analisi del cheating (letteralmente “imbrogliare” fa riferimento a fenomeni scorretti di copiatura ecc.) e con la comparazione con gli esiti nazionali, regionali e di macroarea. Tali restituzioni sono molto articolate e analitiche e comprendono tra l’altro l’effetto scuola e l’andamento degli ultimi anni scolastici, nonché i risultati item per item per ambiti e argomenti da confrontare con le abilità cognitive sottese ad ogni domanda e indicate nelle “Guide di lettura alle prove” pubblicate sul sito INVALSI. Questi dati permettono una precisa analisi dell’andamento della scuola, delle classi e della didattica nelle singole discipline e possono diventare oggetto di un rapporto di istituto e di un rapporto di classe che danno indicazioni ai docenti di ogni scuola per riflettere sulla propria didattica. Con le prove somministrate tramite computer (CBT, Computer Based Testing) che riguardano per ora la classe III della secondaria di primo grado e la classe II della secondaria di secondo grado e in futuro la classe V della secondaria di secondo grado, la restituzione dei dati per utilizzo didattico avrà caratteristiche adatte alla modalità di somministrazione non più cartacea.
  • Certificazione: sulla base degli esiti delle prove somministrate in aprile nelle III secondarie di primo grado, INVALSI predispone per l’Esame di Stato una sezione in cui sono descritti i livelli conseguiti dagli alunni nelle prove nazionali di Italiano, Matematica e Inglese (6 livelli per Italiano e Matematica; per Inglese: per lettura, 4 livelli e per ascolto 4 livelli). Tale sezione integra il modello nazionale di certificazione delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione definito dal D.M. 742/2017 (allegato B), non ha rilevanza rispetto al voto d’esame, ha carattere descrittivo e mette in luce le operazioni cognitive che l’alunno compie con riferimento alle specifiche abilità sondate dalle prove. Si prevede una medesima procedura per l’Esame di Stato alla fine del ciclo secondario (a.s. 2018/19).
  • Autovalutazione: i risultati delle prove INVALSI contribuiscono al processo di autovalutazione delle Istituzioni (D.L. 62/2017). Il Rapporto di Autovalutazione (RAV) è la prima fase del processo di valutazione (completato dalla Valutazione esterna, dall’Individuazione delle azioni di miglioramento e dalla Rendicontazione sociale) definito dal “Regolamento sul Sistema Nazionale di Valutazione” (SNV, Decreto n.80 2013) che fornisce il quadro per valutare l’efficienza e l’efficacia del sistema educativo di istruzione e formazione allo scopo di migliorare la qualità dell’offerta formativa e degli apprendimenti. All’interno del RAV, elaborato delle scuole, è compresa la dimensione degli “Esiti” in cui un’area fa riferimento ad alcuni risultati forniti alle scuole dalle prove INVALSI (ad esempio: punteggi delle prove nelle varie discipline, confronto dei punteggi scuole con background simile, numero e percentuale allievi per diversi livelli di competenza, variabilità dei risultati tra classi e entro le classi, valore aggiunto o effetto scuola ecc.). La dimensione degli “Esiti” ha un valore particolare all’interno del RAV, in quanto fa riferimento alla qualità degli apprendimenti e al successo degli studenti che è il compito principale delle scuole ed è, pertanto, la base per la definizione degli obiettivi di miglioramento.

Come si costruiscono le prove

La costruzione delle prove INVALSI, come di tutti i test standardizzati, richiede un percorso mai inferiore ai 15/18 mesi - ma che può essere anche più lungo - e un lavoro interdisciplinare che coinvolge esperti di diversi ambiti che rinnovano costantemente la propria formazione. Espresso in modo schematizzato il procedimento è il seguente. Le prove (o parti di prove dette “forme” per le prove CBT) sono elaborate con riferimento alle Indicazioni Nazionali e ai QdR ricavati dalle stesse e che definiscono in modo rigoroso i presupposti teorici, gli ambiti, le abilità ecc. che si intendono indagare in ogni disciplina sottoposta a valutazione. Gli item sono costruiti dopo la scelta accurata degli stimoli (testi, problemi ecc.), in base a criteri precisi, con riferimento ad uno specifico scopo della domanda e alle operazioni cognitive che si intendono promuovere. Dopo una prima analisi qualitativa, le prove sono sottoposte a un pretest su campioni di studenti (field trial) per valutare se i quesiti abbiano solide caratteristiche misuratorie. Gli item sono sottoposti ad analisi tramite la teoria classica dei test e il  Modello di Rasch. Sulla base dell’analisi gli item vengono quindi validati o modificati o eliminati; si procede eventualmente ad un secondo pretest. Alla fine viene composta la successione di “forme” che costituisce la prova CBT che verrà somministrata agli studenti. Le caratteristiche misuratorie dei test e altri aspetti psico-metrici vengono ogni anno resi pubblici nel “Rapporto Tecnico delle prove INVALSI”.

Prove INVALSI e valutazione in classe

Per poter essere somministrate ad un grande numero di soggetti le prove standardizzate devono rispettare procedure precise e delimitare in modo specifico gli ambiti di indagine. Pertanto le prove INVALSI non possono valutare tutte le competenze degli alunni nelle discipline indagate, ma solo le abilità dichiarate nei QdR. Non sostituiscono quindi le valutazioni di altro tipo che sono di competenza dei docenti delle singole classi: se correttamente intese e interpretate con riferimento ai contesti specifici le possono, tuttavia, integrare. Sulla base dei limiti e delle possibilità valutatorie appena descritte, le prove INVALSI non costituiscono un giudizio estraneo ai piani didattici delle scuole o un metro per stilare graduatorie tra docenti o scuole, ma vanno utilizzate, assieme ad altri strumenti, per monitorare e migliorare i processi di insegnamento e apprendimento. È pertanto poco utile esercitare gli alunni facendo loro eseguire molti test INVALSI del passato o test simili a quelli INVALSI. Serve piuttosto dare serenità agli studenti, svolgere la propria programmazione tranquillamente sulla base delle Indicazioni Nazionali e Provinciali, fare riferimento ai QdR delle prove e, per inglese, agli esempi di lettura e ascolto proposti da INVALSI e basati sulla nuova versione del QCER. A breve anche i test di Inglese saranno costruiti da docenti di inglese appositamente formati e saranno quindi contestualizzate rispetto alle caratteristiche della scuola italiana.

Il percorso che ha portato a procedure e metodologie rigorose alla costruzione di un Sistema Nazionale di Valutazione è stato lungo, soggetto a polemiche e spesso interrotto da battute di arresto. Al momento attuale il sistema è arrivato ad una situazione di consolidamento che ci permette di confrontarci con i livelli e le pratiche europee. Tale situazione, tuttavia, ha ancora bisogno di costante sostegno e di sviluppo.

La rilevazione dell’a.s. 2017/18 e le modalità di svolgimento

Il Calendario delle rilevazioni nel 2018 è il seguente:

  • 3 maggio 2018: prova d’Inglese (V primaria), in formato cartaceo
  • 9 maggio 2018: prova di Italiano (II e V primaria) e prova di lettura (solo per le classi campione della II primaria), in formato cartaceo
  • 11 maggio 2018: prova di Matematica (II e V primaria), in formato cartaceo
  • in un arco di giorni indicati da INVALSI, le classi III della scuola secondaria di primo grado sostengono le prove online di Italiano, Matematica e Inglese dal 04.04.2018 al 21.04.2018
  • in un arco di giorni indicati da INVALSI, le classi II della scuola secondaria di secondo grado sostengono le prove online di Italiano e Matematica, comprensive anche del questionario studente, dal 07.05.2018 al 19.05.2018

Per le scuole del comune di Trento coinvolte nell’organizzazione dell’adunata nazionale degli Alpini saranno comunicate da INVALSI le date di somministrazione alternative.

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